Fotografia e testo di Ilaria Petrarca
[Questo fermo-paesaggio, a nostro insindacabile giudizio, ha vinto il gioco-concorso. fp+gm].
Decollo da Lamezia e fisso la costa, lineare e piatta. Mi assopisco, riapro gli occhi e so che Venezia è ancora lontana. Diecimila piedi sotto di me, scorgo Isola Sacra. È un fazzoletto di terra che affaccia sul mar Tirreno a ovest, protetto da una fila di scogli. Un canale artificiale lo delimita a nord, scorrendo fino al porto di Traiano per unirsi al Tevere. Il fiume di Roma ritaglia lʼisola a est, poi con una curva a gomito fiancheggia gli scavi di Ostia Antica dirigendosi verso il mare. La foce separa definitivamente il paese alla terraferma, mescolando acqua dolce e acqua salata, fiume e mare, terra e sabbia. Riconosco le scuole, il campo di calcio, il faro dismesso. Io vengo da lì, penso, e come lʼacqua tornerò. Quando avrò finito il mio corso, quando avrò tracciato meglio il mio fazzoletto di vita, bagnato da inchiostro dolcesalato.
Luogo: Villa Guglielmi, Isola Sacra, Fiumicino, Roma