Categoria: Fermo-paesaggio

Fermo-paesaggio / 7

Fermo-paesaggio / 7

Fotografia e testo di Ilaria Petrarca

[Questo fermo-paesaggio, a nostro insindacabile giudizio, ha vinto il gioco-concorso. fp+gm].

Decollo da Lamezia e fisso la costa, lineare e piatta. Mi assopisco, riapro gli occhi e so che Venezia è ancora lontana. Diecimila piedi sotto di me, scorgo Isola Sacra. È un fazzoletto di terra che affaccia sul mar Tirreno a ovest, protetto da una fila di scogli. Un canale artificiale lo delimita a nord, scorrendo fino al porto di Traiano per unirsi al Tevere. Il fiume di Roma ritaglia lʼisola a est, poi con una curva a gomito fiancheggia gli scavi di Ostia Antica dirigendosi verso il mare. La foce separa definitivamente il paese alla terraferma, mescolando acqua dolce e acqua salata, fiume e mare, terra e sabbia. Riconosco le scuole, il campo di calcio, il faro dismesso. Io vengo da lì, penso, e come lʼacqua tornerò. Quando avrò finito il mio corso, quando avrò tracciato meglio il mio fazzoletto di vita, bagnato da inchiostro dolcesalato.

Luogo: Villa Guglielmi, Isola Sacra, Fiumicino, Roma

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Fermo-paesaggio / 6

Fermo-paesaggio / 6

Testo e fotografia di Silvia Vespasiani

Da novembre a maggio alcune aree urbanizzate della costa adriatica, costruite nello stesso periodo di tante periferie italiane, mutano palesemente le loro condizioni di vitalità abitativa poiché non registrano residenti stanziali e scompaiono quasi tutti gli usuari stagionali dediti alla vita balneare.
Ogni anno in queste “città” si accampa un’anomalia ciclica, il negativo della condizione urbana, cioè diventano volumetrie costruite attorno al vuoto relazionale. 
Tuttavia per un “errore di trascinamento” pensiamo di riconoscere i luoghi come parti di un ambito residenziale più ampio e le loro “sembianze” ci fanno credere che c’è qualcosa di altro là dove non c’è. 

Luogo: Rosolina Mare (Rovigo).

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Fermo-paesaggio / 4

Fermo-paesaggio / 4

Testo di Francesco Maria Anzivino, foto di Paolo Groff

Fotografare i monumenti ai caduti può sembrare un noioso lavoro da polverosa delegazione di storia locale. Eppure gli scatti realizzati nei comuni di alta collina e montagna del Piceno nell’estate del 2016 sono preziosi come i frammenti di poesia arcaica greca e latina salvati dall’oblio – magari anche solo per pedanteria – da qualche antiquario o grammatico d’età tarda e regalati ai filologi, impegnati da lì a restituire un testo e, quindi, un contesto.
Improvvisamente le foto di questi monumenti non sempre belli, nati da coercizioni retoriche molto più che da istanze estetiche, testimoniano un qui che non è più un ora, ma solo un allora.
Sempre che la devastazione non abbia cancellato anche i confini del qui.

Luogo: Arquata del Tronto (Ascoli Piceno)

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Fermo-paesaggio / 3

Fermo-paesaggio / 3

Fotografia e testo di Simonetta Della Rosa

Luogo: Fornole (Amelia-Tr)

 

Cantiere in movimento

L’enorme braccio di ferro verniciato di giallo è fermo, sospeso in aria. Appesa all’estremità della parte più stretta la bocca spalancata di una benna vuota, dall’altra parte come contrappeso un’enorme gabbia riempita da blocchi di pietra. Alla base un piccolo cabinato arancione. A intervalli emette brevi fischi acuti. La base del grande braccio è fissata ad enormi lastre, coperte per metà da sacchi di cemento. Tutto intorno gabbie di ferro, orizzontali e verticali. Ammassate, sulla destra, tavole di dimensioni diverse. Tre operai in tuta chiara le inchiodano alle gabbie battendo. Assillanti. Due ragazzi in maglietta rosso stinto si abbassano e si alzano. Ancora e ancora. Afferrano dei foratini dal mucchio, e li lanciano a un ragazzo a torso nudo, che li posiziona in un perimetro delimitato da nastri.

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Fermo-paesaggio / 1

Fermo-paesaggio / 1

Io che guardavo quell’auto: quell’auto là fuori.
L’auto era di un uomo che aveva inscenato una protesta davanti al tribunale, non muovendosi mai dal piazzale, dormendo in auto per giorni.
Protestava contro una sentenza nei suoi confronti, la protesta di un solo uomo o di un uomo solo, non lo so, eppure l’avvocato di quell’uomo era un mio amico, un mio caro amico, ma non ho mai approfondito più di tanto la cosa, soltanto mi affacciavo e cercavo l’auto nel parcheggio pieno durante l’orario di lavoro o mi affacciavo la sera per guardare l’auto nel parcheggio deserto.

Luogo: Tribunale di Prato.

Fotografia e testo di Lorenzo Mercatanti

[Iniziamo a pubblicare le sette fotografie “finaliste” del gioco “fermo-paesaggio” (regolamento). Questa è la prima. Al gioco hanno partecipato 66 persone. Non ci siamo posti il problema di cercare le fotografie “più belle” o i testi “più belli”: abbiamo scelto quelle accoppiate di fotografia e testo che ci sono sembrate più interessanti – per il loro consonare, per il loro stridere o – al limite – per il loro ignorarsi. fp+gm].

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“Fermo-paesaggio”: ecco il premio per il vincitore del gioco

“Fermo-paesaggio”: ecco il premio per il vincitore del gioco

Qual è il premio per il vincitore del gioco-concorso “Fermo-paesaggio”? Avevamo promesso, molto genericamente, dei libri. E libri sono. Quattro. Tre libri di immagini e testo, uno è un libro di solo testo – ma molto immaginoso. Da domani, martedì 6 marzo, pubblicheremo i sette “Fermo-paesaggio” che ci hanno convinti di più. L’ultimo giorno, lunedì 12 marzo, il “Fermo-paesaggio” vincitore.

Questo è il primo:

Abitare il deserto
Clicca sul libro per saperne di più

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Fermo-paesaggio: un gioco-concorso serio (e facile) (con premi) (non costa niente)

Fermo-paesaggio: un gioco-concorso serio (e facile) (con premi) (non costa niente)

di Fiammetta Palpati e Giulio Mozzi

Il gioco è facile davvero. Vi chiediamo di mandarci una vostra fotografia di paesaggio (una!, ci raccomandiamo, non dodici dozzine di dozzine di fotografie!), possibilmente una di quelle fotografie che si fanno po’ al volo, senza stare tanto a pensarci, perché qualcosa colpisce e – senza nessuna intenzione o ambizione di fare bellezza o altro – lo si vuol ricordare.

Il nome del file della fotografia deve essere (ripetiamo: deve!) il vostro nome e cognome, separati da un trattino. Per esempio, se partecipasse Ermenegildo Stupazzoni, la sua fotografia dovrebbe chiamarsi: ermenegildo-stupazzoni.jpg.

Vi chiediamo di mandarci non solo la fotografia, ma anche un breve testo. Su cosa significhi “breve”, vedete un po’ voi. Il testo dovrà avere una relazione con la fotografia, ma – possibilmente – una relazione non esplicita, non evidente, magari proprio segreta. Come regola generale (ma da non prendere troppo rigidamente): il testo non nomini ciò che compare nell’immagine. Per esempio:

A passi leggeri s'aggira.
A passi leggeri s’aggira.
(Massa Finalese, provincia di Modena, foto e testo di Giulio Mozzi)

Naturalmente il testo, sia pur “breve”, potrà anche essere un po’ più lungo di questo.

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