Testo di Francesco Maria Anzivino, foto di Paolo Groff
Fotografare i monumenti ai caduti può sembrare un noioso lavoro da polverosa delegazione di storia locale. Eppure gli scatti realizzati nei comuni di alta collina e montagna del Piceno nell’estate del 2016 sono preziosi come i frammenti di poesia arcaica greca e latina salvati dall’oblio – magari anche solo per pedanteria – da qualche antiquario o grammatico d’età tarda e regalati ai filologi, impegnati da lì a restituire un testo e, quindi, un contesto.
Improvvisamente le foto di questi monumenti non sempre belli, nati da coercizioni retoriche molto più che da istanze estetiche, testimoniano un qui che non è più un ora, ma solo un allora.
Sempre che la devastazione non abbia cancellato anche i confini del qui.Luogo: Arquata del Tronto (Ascoli Piceno)