Esercizi per l’esplorazione del paesaggio, 21 / Uccelli, gatti, e altri musicisti

Esercizi per l’esplorazione del paesaggio, 21 / Uccelli, gatti, e altri musicisti

di Giulio Mozzi

(In cima all’articolo vedete il monumento ai “musicanti di Brema”, protagonisti di una celebre favola dei fratelli Grimm. Il monumento, ovviamente, si trova a Brema. L’autore è Gerhard Marcks).

L’avrete fatto tante volte anche voi, presumo, il giochino di piazzare un registratore – o, oggi, un telefono – da qualche parte, andarvene, e poi ascoltare che cos’è successo. Io l’ho fatto qualche giorno fa:

Il gioco è ingenuo e, se volete, puerile. Ma fino a un certo punto. Riascoltare i suoni registrati, magari con gli auricolari, fa un effetto tutto particolare. Istintivamente, in ciò che avviene, cerchiamo una logica, un ritmo, un andare e tornare, una forma, un rispecchiamento, eccetera. Perché, inevitabilmente, una volta che abbiamo “ritagliato” un pezzo della realtà, che lo abbiamo “messo tra virgolette”, così come facciamo anche con la più banale e ingenua delle fotografie, quel pezzo staccato, quel “ritaglio”, per il solo fatto di essere chiuso e concluso, sembra poter sprigionare qualcosa: un senso. (Il che non significa, sia chiaro, che una fotografia fatta a caso sia necessariamente bella: significa, al massimo, che anche una fotografia fatta a caso, o una frase colta al volto da una conversazione altrui, o un breve tratto di suoni registrati, eccetera, comunque ci interrogano: non per virtù loro, ma perché noi siamo cacciatori di senso).

Se in questo momento state pensando a quel pezzo un tantinello dilettantesco che è Several Species Of Small Furry Animals Gathered Together In A Cave And Grooving With A Pict, di Roger Waters,

io vi invito invece a mettervi un po’ comodi e ad ascoltare almeno qualche pagina del Catalogue d’oiseaux (Catalogo degli uccelli) di Olivier Messiaen:

Olivier Messiaen (1908-1992) fu un compositore tutto particolare. Dall’età di ventitré anni fino alla morte fu l’organista della chiesa della Santa Trinità, Parigi. Insegnò armonia e composizione al conservatorio. Non mi soffermo qui sulla sua musica, e sulle sue molte invenzioni e innovazioni. Ma dirò che era un ornitologo appassionato, e che passava ore e ore nei boschi e nei campi ad ascoltare gli uccelli, annotandone il suono. In molte opere adoperò le trascrizioni di canti d’uccelli, non tanto come ornamenti melodici (cosa che tanti avevano già fatto) quanto come materiale armonico.

Olivier Messiaen

Olivier Messiaen

Olivier Messiaen

Il Catalogo degli uccelli, se avrete la pazienza di ascoltarne un po’ (il video qui sopra riporta anche lo spartito, cosa che facilita molto) è tutt’altra cosa, per dire, dal trattamento riservato da Disney alla Pastorale di Beethoven nel bellissimo e famigerato (non so mai decidermi) film Fantasia. Messiaen adopera il paesaggio sonoro a scopi formali e costruttivi, Disney tratta la musica come se fosse la didascalia di un’illustrazione.

Diciamo, via, per concludere, che Messiaen tratta il paesaggio sonoro più o meno come Piet Mondrian trattava il paesaggio visivo: come una forma, più che come una cosa.

Piet Mondrian, Un albero
Piet Mondrian, Un albero

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