Tag: raccontare il paesaggio

Aperte le iscrizioni al laboratorio monografico «Il tracciato e la città»

Aperte le iscrizioni al laboratorio monografico «Il tracciato e la città»

Roland Barthes, che accingendosi a ragionare e a scrivere sulla città e sui segni si definì un amatore di entrambi, ha scritto:

La città costituisce un discorso e questo discorso è una vera parola: la città parla ai suoi abitanti, parliamo la nostra città, la città dove ci troviamo, semplicemente abitandola, percorrendola, guardandola. Tuttavia il problema è di far uscire un’espressione come «linguaggio della città» dallo stato puramente metaforico. È molto facile, metaforicamente, parlare del linguaggio della città come si parla del linguaggio del cinema o del linguaggio dei fiori. Il vero salto scientifico sarà attuato quando si potrà parlare di linguaggio della città senza metafora.

Il laboratorio monografico «Il tracciato e la città» si propone come un percorso di scrittura creativa attraverso gli aspetti concreti, metaforici e psichici legati al grande e attualissimo tema della città [fp].

Per conoscere nel dettaglio il calendario e il programma del laboratorio consulta la pagina dedicata

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Storia di uno sguardo, 10 / La strada bianca

Storia di uno sguardo, 10 / La strada bianca

di Fiammetta Palpati

[Storia di uno sguardo è una rubrica che raccoglie una serie di lavori nei quali racconto molto soggettivamente – diciamo pure che interpreto – i luoghi di cui è fatta la distanza tra la città dove sono nata e vissuta – Roma – e quella dove vivo, e dalla quale ho cominciato a interrogarmi sul paesaggio: Amelia. Con questa seconda breve video narrazione – che a quegli scritti si richiama, e realizzata in collaborazione con Arianna Ulian, musicista e sound designer – accosto semplicemente parola, immagine, voce e suono nell’intento di invitare lo spettatore a seguirmi, e a guardare tutto con eguale disposizione d’animo: i campi come le cime dei monti, le cime come le ciminiere, i barattoli, i tubi, i campanacci. fp].

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Testo con paesaggio / Quarto esempio: l’atto amministrativo

Testo con paesaggio / Quarto esempio: l’atto amministrativo

di Fiammetta Palpati

[Un paesaggio – o un’idea di paesaggio – accomuna un annuncio immobiliare a una poesia di Marianne Moore. Nel mezzo una scelta semiseria, in alcuni casi provocatoria, di testi molto vari per scopo, struttura e funzione: un manuale di giardinaggio e una delibera comunale, un racconto e una guida turistica, una canzone pop e un saggio filosofico, un libro di storia e un taccuino di viaggio.
Quello che vi propongo in questa rubrica è un tentativo giocoso di stressare un soggetto che nonostante la sua giovane età, o in virtù di essa, dimostra un certo appeal sia per la produzione artistica che per la riflessione teorica. Dieci esempi disparati ma accomunati dal fatto di raccontare direttamente o indirettamente, incidentalmente o con intenzione, uno dei luoghi comuni più affascinanti. Proseguiamo, dunque, con un atto amministrativo. fp].

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«Il PA (piano attuativo, NdA) prevede in particolare la realizzazione di un edificio a destinazione commerciale Punto Vendita Eurospin ubicato tra la strada Regionale 205 Amerina (…) Attualmente sul terreno, insiste un edificio industriale dismesso, ex officine meccaniche Cerasi e come dichiarato nel Rapporto Preliminare Ambientale con il PA il proponente intende restituire dignità e decoro alla zona, demolendo l’edificio fatiscente per realizzarne uno nuovo di uso commerciale e architettonicamente in armonia con i complessi residenziali e commerciali posti nelle immediate vicinanze. Aspetti territoriali e relativi ai paesaggi archeologici. L’intervento si configura come il recupero di un area produttiva dismessa, la cui attività sembrerebbe attualmente disorganica rispetto alle destinazioni d’uso presenti nell’ambito urbano interessato; al contrario l’insediamento di un attività commerciale appare in consonanza con gli usi dell’ambito stesso. Per quanto sopra e considerando anche la conformità de PA con il vigente PRG, si ritiene che le previsioni dello strumento urbanistico in argomento non producano effetti negativi significativi nel contesto strategico-ambientale, relativamente agli aspetti territoriali e dei paesaggi archeologici. Aspetti paesaggistici. Pur apprezzando l’operazione di demolizione della realtà industriale attualmente esistente e in disuso, che costituisce oggi un forte detrattore paesaggistico per la zona, si evidenzia che nel Rapporto Preliminare Ambientale il progetto è solo sommariamente descritto (…) la documentazione fotografica allegata è stata effettuata da punti di vista individuati a ridosso dell’area di intervento e non permette la comprensione della visibilità dell’area di intervento dai punti panoramici presenti nel centro storico di Amelia (…) constatata l’alta qualità paesaggistica del contesto storico tutelato posto immediatamente a ridosso dell’area di intervento (…) si chiede che il Rapporto Preliminare Ambientale venga integrato con i seguenti elaborati…»
(Determinazione dirigenziale n. 8616 del 15/09/2016 della Giunta Regionale dell’Umbria. Corsivi miei.)

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Testo con paesaggio / Terzo esempio: il manuale di giardinaggio

Testo con paesaggio / Terzo esempio: il manuale di giardinaggio

di Fiammetta Palpati

[Un paesaggio – o un’idea di paesaggio – accomuna un annuncio immobiliare a una poesia di Marianne Moore. Nel mezzo una scelta semiseria, in alcuni casi provocatoria, di testi molto vari per scopo, struttura e funzione: un manuale di giardinaggio e una delibera comunale, un racconto e una guida turistica, una canzone pop e un saggio filosofico, un libro di storia e un taccuino di viaggio.
Quello che vi propongo in questa rubrica è un tentativo giocoso di stressare un soggetto che nonostante la sua giovane età, o in virtù di essa, dimostra un certo appeal sia per la produzione artistica che per la riflessione teorica. Dieci esempi disparati ma accomunati dal fatto di raccontare direttamente o indirettamente, incidentalmente o con intenzione, uno dei luoghi comuni più affascinanti. Proseguiamo, dunque, con un manuale di giardinaggio. fp].

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All’inizio degli anni ottanta entrai in possesso dell’appezzamento di quindici acri nel sud-ovest del Surrey dove ho costruito la mia casa. Il terreno ha una forma pressoché triangolare, più ampia a sud e digradante a nord ovest. Nei nove acri più a nord vi era una fitta foresta di Pini comuni ora abbattuti, poi un’ampia fascia di bosco ceduo a Castagni e, lungo il sottile orlo esterno, un piccolo campo di terra povera e sabbiosa. Quel campo sabbioso è oggi un orto produttivo, mentre lo spazio centrale è occupato dalla casa e dal giardino circostante, con fiori e aiuole. La zona più elevata e selvaggia, disboscata dai Pini, è andata presto riempiendosi di giovani presenze nate spontaneamente: minuscole pianticelle di Pino, Betulla, Agrifoglio, Quercia, Sorbo degli uccellatori e Castagno comune. Queste piante sono cresciute tutte assieme, ma mi sono premurata di tenere ogni genere un po’ a parte, così da avere in futuro una macchia naturale per ciascuna essenza. Lo spazio più vicino al centro è stato bonificato per mettervi a dimora le Azaleee e per creare una piccola brughiera di Eriche. Ora, trascorsi quarant’anni, tutto è cresciuto assumendo le sembianze di una soddisfacente maturità. Sotto gli alberi erano stati piantati dei Narcisi, mentre altri spazi erano stati riempiti con Mughetti e, più di recente, con le mie Digitali candide. Il giardino naturale è quasi esclusivamente costituito da una regione ombrosa dimora di Felci rustiche, Trillium, Poligonati … Non desidero altre piante, in quanto penso che tra tutti i tipi di coltivazione per diletto, sia proprio il giardino naturale a necessitare la massima cautela e moderazione. (G. Jekill, Il testamento di un giardiniere, Roma, Franco Muzzio Editore, 2001, pp. 17-18; 1^ed inglese 1937)

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