di Giorgio Falco
[Giorgio Falco, uno dei docenti ospiti del laboratorio Raccontare il paesaggio, ha risposto all’inchiesta del blog Le parole e le cose sull’uso di Instagram]
Ho rotto la mia ritrosia ai social il 23 giugno 2017; da allora ho un profilo Instagram poiché, in fondo, sono un fotografo, un artista che scrive narrativa, e quasi tutto ciò che ho scritto è attraversato da riferimenti fotografici, da una continua riflessione sul mezzo. Quindi Instagram è un buon esercizio, uno stimolo per prendere appunti visivi che, chissà, magari utilizzerò dopo, in narrativa. Instagram, a differenza di altri social, prevede poche parole, vive di immagini. Questo potrebbe renderlo ancora più inquietante, lapidario. Non è neutro, è pur sempre un social, e un rumore di fondo rimane anche nelle immagini, ma lì so come proteggermi.