di Giulio Mozzi
Uno scrittore viaggia a piedi per mezza Italia, nell’estate più calda del secolo. Incontra persone, osserva luoghi, sta giorni interi senza parlare con nessuno, vive piccole avventure di inospitalità. Poi torna a casa e racconta la piattezza dell’Emilia, l’orrore della circonvallazione di Bologna, l’interminabilità della costa marchigiana. E, curiosamente, dal racconto di questo viaggio nascono racconti di altri viaggi, sempre a piedi, attraverso città, paesi, stanze, bar, uffici pubblici, corridoi di treno.
Questo non è un libro di viaggio, né un libro di racconti, bensí un libro di storie incontrate e ricordate camminando. È nato da un desiderio dell’autore («Voglio vedere l’Italia com’è, guardarla da vicino»), e si è trasformato in un’avventura della percezione. Lo scrittore-viaggiatore si muove negli spazi urbani, nelle periferie, nelle campagne, lungo il Po e lungo l’Adriatico, come una sorta di Palomar-Hulot concentratissimo e distratto, osservatore e sognante, libero e impedito.
Chi ha apprezzato i precedenti libri di Giulio Mozzi, troverà qui uno scrittore diverso; spesso comico, a volte avventuroso, appassionato alla superficie delle cose: ciò che si può vedere, ossia tutto ciò di cui possiamo avere davvero conoscenza.
Così nel 1999 l’editore Einaudi presentava, nella quarta di copertina, il mio libretto Fantasmi e fughe. Un libro di storie, uscito nella collana Stile libero. Ma da allora sono passati quasi vent’anni e quel libro, bizzarro e composito, è ormai difficilino da reperire.
E così, visto che tanto ormai il contratto è scadutissimo, e visto che sono qui a proporre con Fiammetta Palpati un laboratorio sul Raccontare il paesaggio, ho pensato che poteva aver senso offrirlo in omaggio.
In questo sito, dalle 9 di martedì 13 marzo 2018 alle 24 di venerdì 16. Le interessate e gli interessati prendano nota.
Ho la versione cartacea, ma mi sa che me lo scarico così me lo posso leggere sull’ipad. Merci
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