di Costanza Lindi
[Nel corso del laboratorio “Raccontare il paesaggio”, edizione 2018, svoltosi ad Amelia, in Umbria, ma soprattutto nei mesi successivi sotto la guida di Fiammetta Palpati, le e i partecipanti hanno prodotto alcuni testi: non tanto testi descrittivi del paesaggio amerino, quanto – nei fatti – testi di riflessione sulla propria relazione col paesaggio, col guardare, col ricordare, col descrivere. Ne presentiamo qui una selezione, di cui questo di Costanza Lindi è il sesto. Nel suo procedere frammentato, per “istantanee”, e nel restituire parcelle di percezione, mi ha ricordato una poesia del poeta elisabettiano John Donne, The Broken Heart (Il cuore spezzato: il testo originale è qui): “[…] che cosa avvenne / Del cuore mio, quando ti vidi per la prima volta? / Portavo un cuore entrando nella stanza, / ma uscendo dalla stanza più nulla possedevo. / […] L’Amore, ahimè / al primo unico soffio lo infranse come vetro. / Ma nulla può accadere al nulla, / né alcun luogo può essere vuoto. / Per questo penso che il mio petto conservi / ancora quei frammenti, benchè non siano più uniti. / E così, come ora gli specchi infranti mostrano / centinaia di volti minori, così / i frammenti del mio cuore possono scegliere, desiderare e adorare”. Il programma di “Raccontare il paesaggio 2019”, che si svolgerà a Monghidoro, sugli appennini Bolognesi, dal 3 al 10 luglio, è qui. gm].
Introduzione
Istantanee di intuizione. Se faccio un’immagine in frantumi, mi domando poi cosa mi resti.
Parto per scomposizione separando gli elementi che arrivano alla mia vista. Luce spazio tempo. Dimensioni misurabili e concepibili.
E poi le cose.
Procedo verso la rappresentazione e poi il racconto.
Tutto nell’istante sufficiente per raccogliere quante più intuizioni possibili, che da dietro agli occhi arrivano all’analisi e all’elaborazione che manipola il fotogramma.
Nessi logici dell’istante e istantanei a loro volta.
Manipolo le cose quindi, perché per capirle voglio entrarci dentro e inzupparmi e vestirmi.
Dunque ci metto il corpo, come dimensione necessaria per raccontare, unità di misura indispensabile per la messa su carta.
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